La mattina del 19 luglio 1991, i cittadini sovietici si svegliarono con le immagini oniriche del balletto di Tchaikovsky a rotazione sulla TV nazionale, e compresero subito che qualcosa di profondo e sinistro stava accadendo. Era infatti in corso un tentativo di colpo di stato contro il Presidente Gorbachev, e la Casa Bianca, la sede del parlamento sovietico, venne circondata dalle forze speciali a supporto del putsch.
Fu un momento molto delicato a livello globale, con la famosa valigetta con i codici dei missili nucleari che passò di mano tra le due fazioni nel momento di massima incertezza. Il presidente Gorbachev era sotto arresto nella sua dacia, e la situazione prese una piega verso la normalizzazione dopo che il futuro presidente, Boris Eltsin, si rivolse a truppe armate e cittadini salendo su un carro armato.

Le bombe di Trump
Ero stato presciente quando mi era venuto in mente di parlare di cupio dissolvi a proposito del Presidente Trump, non nel senso di volontà ascetica di purificazione, ma di azione autodistruttiva. Ma mai – dico mai – avrei potuto anche lontanamente immaginare la sequenza di eventi di questi ultimi tre giorni. Si tratta, inutile girarci intorno, di una prima bordata di lanci di armi nucleari economiche: con botte e risposte da una parte e dall’altra.
Price discovery
In questo quadro, si dice che il mercato è in una fase in cui è impossibile prezzare i titoli in maniera razionale: quelli delle aziende colpite dai dazi perché non se ne conosce l’impatto in maniera anche solo approssimativa; quelle che in teoria non dovrebbero esserlo, perché vengono coinvolte nelle vendite massicce per permettere agli investitori di fare cassa e coprire le c.d. margin calls, ossia le richieste delle banche di incrementare i conti di trading con del contante per fare fronte alla perdita di valore dei titoli e dello spike improvviso e marcatissimo di volatilità.
Provare a tenere traccia delle dichiarazioni di Trump è un esercizio surreale, ne ha “sparate” talmente tante che anche solo la notizia di in suo viaggio in Giappone per discutere la questione dazi ha fatto rimbalzare l’indice Nikkei di oltre il 6% ieri.
La cosa che elimina qualsiasi possibilità di approccio razionale al problema è che vengono letteralmente dati dei numeri a vanvera, e di dimensioni tali da rendere impossibile qualsiasi attività commerciale internazionale.
Tanto per dirne una, la casa automobilistica Audi, che proprio lunedì scorso ha presentato il nuovo modello A6, ha deciso di bloccare lo sdoganamento delle auto nei porti USA, data la situazione di totale incertezza sulle nuove tariffe da pagare. Magari si pagano il viaggio di ritorno e se le riportano a Ingolstad, chissà.
Gli USA si stanno, dunque, letteralmente isolando dal resto del mondo a livello economico. La più grande economia mondiale: riconoscerete con me che si tratta di qualcosa di inaudito. Nè è ragionevole pensare che una cosa del genere possa davvero riportare le miriadi di lavorazioni a basso valore aggiunto che sono incorporate nei prodotti e in molti dei servizi di cui i cittadini americani fanno uso quotidianamente e ad un ritmo ineguagliato a livello mondiale.

Unilever
Per oggi mi ero preparato un articolo sulla Unilever, noto gruppo multinazionale globale con sede principale in UK ed attività in vari settori dei prodotti di consumo food e non-food. Avevo scelto questo tipo di azienda perché è guidata dalla metodologia “think global, act local”, per la quale possiede impianti produttivi in tutti gli oltre 190 paesi del mondo in cui opera, e quindi dovrebbe essere – come azienda, non come azione – relativamente al riparo, quantomeno in termini diretti, dalle follie di Trump.
Ho poi deciso di passare in modalità Tchaikovsky per dare anche nel mio piccolo il senso di quello che sta accadendo. Che a mio avviso è più misterioso e sinistro di quello che può sembrare ad un non addetto ai lavori. È proprio la possibilità di dare un inquadramento razionale alle cose che è venuta meno. Si naviga a vista, seguendo solo il newsflow, mentre l’indice giapponese Nikkei stamane apre a -5%.