Il mio primo acquisto su Amazon risale al 1996. Ero a Milano, e cominciavo a specializzarmi nel M&A. Andai alla libreria Hoepli a cercare un libro americano dedicato alla materia con un taglio pratico-professionale, e mi dissero che avrei dovuto aspettare una quindicina di giorni.
Il mio collega di scrivania mi consigliò di provare su un sito, americano, appunto. All’epoca si poteva accedere solo su amazon.com ed era appena stata lanciata la possibilità di acquisto con 1-click! ma, a causa della connessione lenta, il mio click venne preso due volte e il mio ordine passò per due copie. Doppio addebito sulla VISA, quindi – erano soldi, credo qualcosa come 95.000 Lire – e, pochi giorni dopo, due copie di The Art of M&A consegnate a casa.
Con poche speranze di recuperare quello che per me era il budget di un week-end a gozzovigliare intorno alle colonne di San Lorenzo, mandai una e-mail al classico indirizzo “info @” chiedendo se potevo restituire la copia in più ed avere indietro i soldi. La risposta arrivò in giornata (peccato non averla conservata, forse avrebbe qualche valore oggi inserita in un NFT) e diceva due cose: che potevo tenere la copia courtesy of Amazon.com, e che mi avrebbero comunque ridato indietro i soldi spesi in eccesso.
Anni dopo vidi una foto di Jeff Bezos alla sua scrivania anni 90. Mi piace pensare che la mia email sia arrivata proprio lì, e che lui abbia pensato “what a moron! Here is your 50$” prima di stornarmi l’addebito.
Certo è che da quel momento sono diventato affezionato cliente di Amazon, e ne ho sempre parlato bene. E al 3% di margine netto sui ricavi da e-commerce, glie li ho anche fatti recuperare a Jeff quei 50 dollari.

La conglomerata del III millennio
Attualmente Amazon ha le seguenti aree d’affari:
Store online, che vende sia prodotti che acquista e mette a magazzino, sia prodotti di terze parti. Rappresenta circa il 65% dei ricavi, per un totale di circa 450 miliardi di USD nell’esercizio 2024. È un segmento che ha dei profitti relativamente contenuti, con un margine operativo netto (Ebit) di circa il 4%.
Servizi ad abbonamento (Prime): rappresentano circa il 7,5% dei ricavi, con margini attualmente di circa il 2%/3% anche a causa della formula di consegna free. In questo ambito Amazon sta cercando di migliorare il valore percepito del servizio Prime Video e di entrare in concorrenza con Netflix, con una marginalità prospettica stimabile in circa il 5% a partire dal 2027.
Servizi AWS: si tratta del business cloud di Amazon. Rappresenta il 16,5% dei ricavi ed ha una marginalità a livello Ebit di circa il 26,5%, stimata in crescita sino al 30%.
Negli USA, Amazon ha oggi una quota sul mercato dei beni di consumo di circa l’11% del totale, dietro Walmart che è prima con il 17%. In un’ottica di lungo periodo, possiamo ipotizzare che Amazon superi Walmart intorno al 2031, diventando il primo retailer degli USA. Nel mio modello, ipotizzo tassi di crescita “naturali” del comparto pari al 3% e li applico a Walmart, mentre per Amazon, grazie alla piattaforma on-line e allo shift delle preferenze dei consumatori, l’ipotesi di crescita è del 7% sino al 2034.
I servizi AWS, invece, dovrebbero crescere ad un tasso del 8%, rappresentando il principale driver della marginalità e del cash flow di Amazon.
La valutazione con il metodo dei flussi di cassa
Nel 2023 Amazon ha avuto un flusso di cassa operativo di circa 82 miliardi di USD, ha assorbito capitale circolante per circa 3,5 miliardi ed ha effettuato investimenti per oltre 48 miliardi di USD: il flusso di cassa operativo generato è stato quindi pari a circa 30,6 miliardi di USD. Nel 2024, grazie ad utili in crescita, si prevede un flusso di cassa di circa 40 miliardi di USD.
La mia proiezione – che è ovviamente ottimistica e non prevede intoppi lungo il percorso – proietta utili in crescita del 8,4% l’anno per il decennio sino al 2034, con una crescita media annua dei flussi di cassa netti del 8,8%.
Il costo del capitale (tasso di sconto) applicato è pari al 7,6%, a riflettere il relativamente basso tasso di rischio di un mega-retailer come Amazon, mentre il flusso di cassa terminale del 2034 viene scontato ad un tasso che ipotizza una crescita post-2034 di lungo termine del 2%.
Sulla base di queste ipotesi, come si è detto ottimistiche, il modello individua un valore per azione di Amazon pari a circa 150 USD, ben al di sotto del corso attuale del titolo, che risulterebbe quindi sopravvalutato di circa il 40%.

Amazon e Anthropic
La startup Anthropic, di cui è noto il sistema di AI generativa Claude AI, fondata dai geniali fratelli italo-americani Dario e Daniela Amodei, ha ricevuto di recente un secondo investimento di 4 miliardi di USD da Amazon, portando il totale della partecipazione di Amazon in Anthropic ad un valore di 8 miliardi di USD.
Amazon per il momento è ancora partner di minoranza in Anthropic, e la sua divisione AWS fornisce i servizi cloud alla start-up dei fratelli Amodei.
Questo investimento potrebbe rappresentare un significativo upside per Amazon sotto due aspetti fondamentali. Primo, l’integrazione delle tecnologie avanzate di AI sviluppate da Anthropic potrebbe ottimizzare la redditività delle vendite online, migliorando l’efficienza operativa, la personalizzazione dell’esperienza cliente e la gestione dell’inventario. Secondo, l’offerta di servizi di AI in modalità SaaS ai clienti di AWS potrebbe ampliare ulteriormente il già robusto segmento cloud di Amazon, attirando una nuova fascia di clientela interessata alle soluzioni AI e sostenerne la marginalità.
Sebbene al momento sia difficile quantificare l’impatto di queste iniziative, è plausibile che possano rappresentare un importante driver di crescita non incluso nelle stime attuali. In un contesto in cui l’AI diventa sempre più centrale, trascurare questo potenziale potrebbe significare sottovalutare le future performance di Amazon. Questo potrebbe mitigare la percezione di sopravvalutazione del titolo emersa dal mio modello, suggerendo che le prospettive a lungo termine dell’azienda siano ancora più promettenti di quanto previsto.
Ma tutto è ancora piuttosto nebuloso per essere modellato, almeno a mio avviso. Buyers, beware, quindi.