Svenska Handelsbanken: la Volvo delle banche

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  • Ultima modifica dell'articolo:24 Novembre 2024
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Chi come me non è più giovanissimo, ricorderà il payoff della Volvo di venti anni fa: “qualità e sicurezza”. Ancora oggi, questi valori sono associati al marchio automobilistico svedese, e la cinese Geely, che lo ha rilevato nell’ormai lontano 2010, ha fatto di tutto per mantenerli. In primis, evitando di spostare la sede da Göteborg.

A dispetto dell’imponenza delle sue sedi, il settore bancario è ben lontano da vantare le stesse caratteristiche della Volvo. Lo si vide in maniera piuttosto evidente nel 2008, quando le grandi banche americane entrarono tutte in crisi in maniera rapidissima e – diremmo – esistenziale, a causa dei mutui immobiliari.

In Svezia, dove fanno le cose con un approccio prudente e ragionato (Koenigsegg a parte), il combinato di finanza ed immobili ha una qualità zen.

Chiedi 100? Ti diamo 50.

L’attività principale di Svenska Handelsbanken è il credito immobiliare, in cui ha un tasso di penetrazione sul mercato domestico del 20% e che rappresenta (dati 2023) l’84% del portafoglio dei crediti verso il pubblico. La banca eroga mutui immobiliari a clientela privata, società immobiliari e società di costruzione. La filosofia operativa si vanta del fatto che ogni operazione si basa sulla conoscenza personale con la clientela e sulla stima della capacità di rimborso.

Il valore del credito erogato, inoltre, è pari a circa il 50% del valore dell’immobile sui cui la banca costituisce pegno.

La grande crisi finanziaria del 2008 fu un vero e proprio stress test per le banche di tutto il mondo. Mentre molte banche subirono perdite significative, Svenska Handelsbanken attraversò quella fase mantenendo una stabilità impressionante: le sue perdite sui prestiti passarono dallo 0,1% allo 0,2%. Per fare un confronto, JP Morgan registrò perdite del 3,5% nello stesso periodo.

Questo aspetto di massima sicurezza trova riscontro nel suo rating di credito. Le maggiori banche statunitensi, come JP Morgan, Wells Fargo e Bank of America, hanno un rating A- secondo Standard & Poor’s. Svenska, invece, vanta un rating AA-. Per mettere questo in prospettiva, il Regno Unito, una nazione sovrana con una valuta di riserva a livello internazionale e dotata di armamenti nucleari, ha anch’essa un rating AA-.

Ogni filiale fa banca a sé

La forza di Svenska Handelsbanken deriva dalla sua struttura organizzativa molto “vecchio stampo”. La banca opera in modo decentralizzato: ogni filiale è responsabile dei propri profitti, perdite e decisioni di concessione del credito. Quando il Sig. e la Sig.ra Persson si presentano in filiale, insomma, li conoscono tutti molto bene, e magari la famiglia è cliente da generazioni.

Questo approccio consente alla banca, pur in condizioni di competitività dei tassi, di erogare a dei rapporti rischio/rendimento molto contenuti, contribuendo alla redditività complessiva dell’istituto grazie ad un basso costo della raccolta. Inoltre, Svenska non offre bonus ai suoi dipendenti, eliminando così gli incentivi legati ai risultati a breve termine che possono portare a decisioni rischiose. I dipendenti sono invece azionisti dell’azienda, possedendo circa il 10% attraverso un fondo speciale finanziato dalla banca stessa, e per questo, sono tutti cointeressati al buon andamento dell’istituto su un’ottica di lungo termine.

La politica dei dividendi

Svenska ha una lunga tradizione di distribuzione di dividendi stabili e crescenti ai suoi azionisti. La politica dei dividendi della banca riflette la sua filosofia manageriale orientata alla prudenza finanziaria, alla sostenibilità a lungo termine e alla creazione di valore per gli azionisti.

Negli ultimi 10 anni – saltando solo il periodo del Covid-19 su raccomandazione delle autorità bancarie – Svenska ha distribuito circa il 50% degli utili ai propri azionisti in forma di dividendi, passando da un dividendo per azione di 4,17 SEK del 2014 a 6,50 SEK del 2023. La politica di dividendi della banca prevede anche l’erogazione di dividendi speciali in caso di utili eccedenti le esigenze di supervisione bancaria, a volte in misura anche molto sostanziosa.

Svenska a 111 SEK: un buon affare?

Negli ultimi due anni, il titolo SHB-A (azioni ordinarie) si è comportato quasi come un’obbligazione, mostrando correzioni di prezzo del 20% in prossimità della distribuzione dei dividendi. Il tendenziale del titolo, però, rappresentato dalla media mobile a 50 giorni, mostra un trend di rialzista sul lungo termine.

Sfruttando i “dip” del mercato subito dopo l’annuncio del dividendo, insomma, è stato possibile acquistare i titoli della banca a meno del valore del patrimonio netto. E’ come se si acquistasse un’azienda attiva, ben avviata e profittevole a valore di liquidazione.

Ai valori attuali, inoltre, il rendimento da dividendi è ancora del 5,9%. Niente male per una banca il cui business principale risiede in un’economia tra le più stabili del mondo, con un rapporto debito/PIL del 36% ed in tendenziale riduzione.

In fondo, sul sito di Svenska Handelsbanken lo dicono con un certo orgoglio: “la nostra principale priorità è di essere un partner affidabile per i nostri clienti e di supportare lo sviluppo economico fornendo finanziamenti, proteggendo i risparmi, dando lavoro alla gente e pagando le tasse.”

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